Il leader della AfD della Turingia, Björn Höcke, per ottenere consenso, ha criticato, in una intervista televisiva alla MDR THÜRINGE, l’implementazione dell’inclusione nelle scuole tedesche. Secondo lui la scuola attraversa al mometo diverse problematiche e le cause sono da additare all‘ideologia dell’inclusione, da lui definita, disturbante per la maggior parte degli alunni e alunne.

Queste forme dispregiative nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie non sono nuove. Anche i migranti e la cultura gender sono sotto il mirino di questo personaggio. L’inclusione è un diritto su cui non si discute, se ne è già parlato a lungo, e la sua applicazione è ancora lungi dall’essere una realtá, per poterne giudicare la validitá.

Quest’anno si farà a breve il bilancio della situazione dell’inclusione attraverso il monitoraggio dell’Istituto tedesco per i diritti umani e gli attori della società civile, che ogni dieci anni valutano e testano quanto si sia lavorato realmente nell’applicazione dell’inclusione nelle scuole e nel lavoro.

“Soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta deistituzionalizzazione, ovvero lo smantellamento delle strutture speciali per le persone con disabilità, è urgente agire. Già nel 2015, il Comitato di esperti delle Nazioni Unite ha chiesto con urgenza il superamento dei mondi speciali in Germania. Né le scuole speciali né i laboratori per persone con disabilità, nella loro forma attuale, sono compatibili con i requisiti dei diritti umani della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Sebbene la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità sia in vigore in Germania da 14 anni, l’Istituto tedesco per i diritti umani nota che lo slancio nella sua attuazione è notevolmente rallentato e non si è ancora verificato il necessario cambiamento di paradigma”, ha spiegato Corinna Rüffer, relatrice per le politiche sulla disabilità del partito dei Verdi al Bundestag.

Non a caso il leader della AfD vuole indicare che le responsabilità del mal funzionamento delle scuole sono nell’applicazione del diritto all’inclusione, laddove questa viene sperimentata.

Per fare questo cita quelle famiglie, sicuramente conservative-liberali della Turingia, che fanno fatica ad adeguarsi alla convivenza, nelle classi, con le persone con una disabilitá o che vengono da un percorso migratorio. Queste famiglie vengono considerate da Höcke vittime di un’ideologia dell’inclusione che pagherebbero con una formazione didattica insufficiente e con una prospettiva di futuro professionale incerta per i loro figli e figlie.

La società non appartiene solo a coloro che possono permettersi di frequentare le scuole professionali ed esclusive.

Il diritto all’istruzione è di tutte le persone, qualunque sia la loro condizione fisica, etnica, religiosa, o di orientamento sessuale, e ognuno*a ha il diritto di emanciparsi.

La crescita personale non avviene soltanto leggendo libri e studiando le formule alchemiche o informatiche, ma anche confrontandosi quotidianamente con le diversità e con le persone che hanno delle fragilitá, perchè queste sono parte dell’essere umano.

Tutte le persone possono trovarsi nel corso della vita a confrontarsi con una qualche forma di disabilitá, a causa di un incidente o di una malattia. Sapere come gestire queste situazioni è un arricchimento che non si trova in nessun libro di storia o di geografia.

L‘inclusione è un diritto umano con cui non si fanno compromessi o revisioni. Va soltanto applicata strutturalmente e in tutte le modalitá necessarie e ampiamente indicate. Laddove si incontra una carenza o una discriminazione, vanno adoperati tutti gli strumenti possibili, quale anche la formazione del personale scolastico e ausiliare, affinché l’inclusione diventi una norma e non una concessione.

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