Il tempo del Coronavirus ha creato non pochi disagi per le persone diversamente abili; in molte situazioni di emergenza la possibilità di salvaguardare e curare le persone che avevano contratto il virus, ha portato il personale medico a fare scelte dolorose, su chi avesse o meno diritto ad accedere alle prestazioni sanitarie.

In questa fase storica il tema della cura e della sua relativa necessità di essere efficace per tutt* è al centro del dibattito mondiale, e questo leit motiv ci accompagnerà a lungo nelle nostre giornate future.

L’importanza di avere una sanità adeguata e gratuita per tutt* determina le differenze tra i vari paesi nel mondo e purtroppo abbiamo visto che anche laddove esiste un’economia forte, vedi l’America, sono state tagliate fuori dalle prestazioni assistenziali le fasce più deboli, gli anziani e le persone disabili.

Le persone diversamente abili hanno maggiormente subito l’isolamento e la paura di contrarre il virus, essendo anche più vulnerabili alle infezioni, accompagnati dallangoscia di essere scartat* da una società che già precedentemente li/le aveva esclus*, se non sono state implementate politiche d’inclusione incisive.

Questo indica scelte politiche – economiche che definiscono quali sono i valori verso i quali canalizzare i progetti futuri di un paese.

In questo contesto di emergenza sono venute a galla le priorità e le discriminazioni di classe, frutto di una società che fa del profitto il cardine su cui ruota il suo sistema capitalistico.

Il valore umano della persona viene determinato dalla sua capacità di essere produttivo, per una società che basa il proprio sviluppo economico sull’attitudine ad adoperarsi per una società costruita sul benessere. In questo contesto viene messa in disparte l’umanità stessa dell’essere umano e il suo valore aggiunto in quanto persona in grado di fare delle sue abilità differenti un valore da incrementare all’interno del tessuto sociale.

In questo articolo su IL Mitte, Amelia Massetti, presidente e fondatrice di Artemisia e.V. inclusione per tutt*, descrive l’impatto del Coronavirus nel contesto tedesco e quale riscontro ha avuto sulle famiglie con figl* diversamente abili e sulle persone disabili.

Qui l’articolo su IL MITTE

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