L’articolo su IL Mitte scritto da Amelia Massetti, presidente di Artemisia e.V. inklusion für alle, sulla sindrome di Down.

L’esperienza personale, anche quando talvolta è dolorosa, può diventare un arricchimento per coloro che non la vivono direttamente e aiutare nella coprensione di situazioni spesso nascoste all’occhio e allo sguardo comune.

La sensibilità necessaria per capire le persone con la sindrome di Down, è una delle motivazioni primarie per favorirne l’inclusione nella società, che speso tende ad escludere coloro che sono diversi dai canoni comuni.

Il coraggio di parlarne, soprattutto per chi lo vive nel quotidiano, è uno scoglio necessario se a farlo sono i genitori e le persone con la sindrome di Down in prima persona.Questo  è quello che cercheremo di fare martedí 7 Novembre, presso l’ANE, all’interno dell’evento La sindrome di Down, quel cromosoma in più insieme ad Amelia Massetti, Gabriele Nugara, regista, che ha prodotto un documentario sulla vita di “Y” , un bambino con la sindrome di Down che vive a Berlino con la madre, Lara Pinardi, che ci parlerà della letteratura delle persone Down nel mondo.

“Era un pomeriggio d’autunno del 2016 e al cinema Babylon proiettavano alcuni corti italiani di animazione. A un certo punto tra le poltroncine della sala grande all’altezza della divertente statua di Ernst Lubitsch in terza fila si è fatto strada un bambino piccolo che aveva evidentemente esaurito la pazienza di star lì seduto a guardare lo schermo. È così che ho conosciuto Y., il protagonista del documentario, insieme a sua madre. La sua voglia di giocare e di creare scompiglio, la capacità di suscitare una fortissima empatia, di stabilire un contatto immediato con le persone attorno (e metterle talvolta anche in chiara difficoltà), mi hanno colpito al punto da tentare di farne un primo breve ritratto audiovisivo, lasciando poi raccontare a sua mamma alcuni degli aspetti che caratterizzano la vita con un bambino down a Berlino. Il video testimonia sinceramente il desiderio di rendere gli spettatori  partecipi da un lato degli ostacoli quotidiani, dall’altro delle risorse espressive che costituiscono l’esistenza dei suoi protagonisti. Il sogno in prospettiva è quello poi di poter raccontare e mostrare altri aspetti delle loro vite, coinvolgendo anche le figure istituzionali e sociali di riferimento rispetto alla disabilità. Approdando ad una narrazione che vada oltre qualunque tipo di rappresentazione pietistica o monotematica. Il motore di questo progetto su Y. è principalmente la sua straripante vitalità e certo a fare da inevitabile contrappunto non vengono occultate la fatica, le perplessità, il caos, le inquietudini di chi da genitore deve gestire e sostenere al meglio questo complesso percorso di crescita”.
Gabriele Nugara.

 

 

 

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